Nel suo volume per quelli di Ad Est dell'Equatore, il giornalista e scrittore prende le mosse da "Il più mancino dei tiri" di Edmondo, e ne ripercorre i passi in un'analisi del gioco del calcio come metafora anche sociale, politico, culturale, specie nel passaggio tra gli anni di Corso e Moro a quelli di Pirlo e Berlusconi. In allegato la recensione di Carotenuto su "La Repubblica" dell'8.11.2015.

L'occasione dell'uscita de "Il più maldestro dei tiri" di Marco Ciriello è ghiotta per ricordare "il mancino" di Berselli, "penna inimitabile" per Corrado Castiglione.

Nel raccontare i dolori di Zerocalcare alle prese con lo stress delle aspettative per il suo ultimo volume, Stefano Feltri ricorda il passaggio da brillanti promesse a soliti stronzi a venerati maestri, così ben raccontato da Berselli.

Nel racconto del giornalista di una Bologna virtuosa, un accenno a Quel gran pezzo dell'Italia di Edmondo Berselli.

Crainz inquadra in prospettiva storica il berlusconismo, e l'antiberlusconismo, anche con l'aiuto della penna e del pensiero di Berselli.

Talanca riporta  la "descrizione mirabile che del cantautore fece Edmondo Berselli, in un confronto che parlava delle differenze con Vasco Rossi, [...]: “Sempre emblematicissimo, al contrario, Baglioni. Talmente emblematico e sensibile ai mali del suo tempo da diventare altamente problematico, da scomparire per lunghi periodi, da farsi prendere da malumori e vertigini esistenziali, con il ‘male di me’ che lo afferra nei suoi ‘brividi avvoltoi’ [E. Berselli, Canzoni. Storie dell’Italia leggera, il Mulino, Bologna, 2007 , p. 145]"

Che fine hanno fatto i tormentoni estivi?, si chiede il critico del Corriere. Tante le risposte, a partire dalla scomparsa del juke box fino alla presa di coscienza che, come diceva Berselli, gli anni 60 e 70 hanno avuto una carica innovativa che nel tempo si è spenta.

Il Daily Telegraph, qualche giorno fa, ha stilato una classifica dei più sopravvalutati dello sport, dello spettacolo e della cultura. Dentro ci hanno messo anche Balotelli e Baggio. La risposta italiana, per penna di Scanzi, non tarda ad arrivare: Baggio non compare in classifica, ma entra Allevi (come avrebbe voluto Berselli).

Vacanze intelligenti: siamo sicuri che ne valga la pena?, si chiede Mattioli. Per rispondere cita la prof. democratica di Edmondo Berselli.

Insomma, Renzi è, per ora, il premier di una Repubblica extra-parlamentare. Impegnato a costruire uno specifico modello di democrazia. Maggioritaria e personalizzata. Come prevedono le riforme istituzionali (in particolare, il monocameralismo) e la stessa riforma elettorale. L'Italicum. Che non delineano un "presidenzialismo di fatto" (come ha sottolineato il costituzionalista Stefano Ceccanti sull'Huffington Post ). Piuttosto, una Repubblica ancora "indistinta" (per citare Edmondo Berselli). Ma fondata sul premier.

"Cerco di crescere, imparo ma scelgo io chi mi deve insegnare le cose. Sto leggendo Edmondo Berselli, per esempio.", dichiara il rapper.

Scriveva Berselli: "Togliatti faceva il tifo per la squadra di calcio degli Agnelli. Era il capo dei comunisti, ma a un militante che provò a salutarlo comunisticamente con il tu rispose con freddezza, e in perfetto stile Juventus: "Compagno, dammi pure del lei"."