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06.09.1995
AGENDA D' AUTUNNO
DIZIONARI DI STAGIONE / Le parole chiave delle prossime polemiche

Dopo un’estate fredda, altro che caldo, verrà un autunno bollente. Prepariamoci a dibattiti clamorosi. Per chi non vuole farsi trovare impreparato dalla nuova stagione politico-culturale, ecco un piccolo lessico, un kit di fortuna per sopravvivere alle polemiche d’ autunno. Amnistia Ovvero come uscire da Tangentopoli. Ci hanno provato in tanti: Giovanni Conso, Alfredo Biondi, Antonio Di Pietro (a Cernobbio, ma il risultato fu una specie di Cernobyl), Giovanni Maria Flick, e tutti si sono ustionati le dita. E’ la maledizione di Mani pulite. Di Pietro è sempre il più amato dagli italiani (non proprio come quando lo si invocava piamente "Di Pietro, Di Pietro, mettiglielo nel didietro", ma quasi). Dire: ci vuole una soluzione politica. Obiettare: meglio una soluzione giuridica. Sospirare, allargando le braccia: chissà, forse l’unica via d’ uscita è la soluzione finale. A come Amnesia. Buonismo La colpa dell’inflazione di bontà è di Prodi, che entrò in campo biascicando per tre volte la parola "serenità". Poi ci hanno messo miele a volontà Veltroni (La bella politica) e D’ Alema (Un paese normale), i moderati al velluto di entrambe le parti, fermamente contrari a peccati come l’estremismo di centro e il radicalismo laicista. Ma dove sono finiti i cattivi, gli arcigni, le cassandre, i pessimi, quelli che se Romano abbandona per un momento la bicicletta, tiè, gliela fregano? Bertinotti? Ma per piacere, quello al massimo fa della sociologia operaista, dice D’ Alema. Fini? Un superdoroteo, un iper-Forlani, con la fissazione della destra "sociale e cristiana". Cristiano, anzi, democristiano, cioè, postdemocristiano sarà lei. Cespugli Nell’ orto botanico della politica italiana, fra Querce e Olivi, scomparse le Edere e i Garofani, sono in pieno rigoglio i cespugli, a destra come a sinistra. Citare Mogol (con Battisti): "Dove arriva quel cespuglio?". Occorrerebbe un giardiniere, e qui ci sono solo due possibilità. O si riesce a convincere Lamberto Dini a fare il Cespuglione, come dice De Mita (film di stagione Ciriaco 2: la resurrezione; colonna sonora: il nuovo disco del vero cantautore di Centro, Claudio Baglioni); oppure si cerca un giardiniere. Va bene Peter Sellers, alias Chance Gardener in Oltre il giardino? Dini bis Voi credevate da veri ingenui, da gente che si ostina a usare la parola "consociativismo" illudendosi che sia ancora di moda, che fossimo già entrati nella celebre Seconda repubblica. E invece ecco riapparire figure mitologiche della Prima. Il "Rimpasto", il "Gioco del cerino", prossimamente i mirabili "Veti incrociati". Probabile quindi la seconda volta di Lambertow, l’Uomo che tace, "una faccia" scrisse Indro Montanelli "via col mento"; benvoluto dal Colle, dai poteri forti, dai partiti deboli. "The Banker", quello che giocando lo Zero può sbancare insieme il Rosso e il Nero. Elan Cioè il progetto El(ezioni) an(ticipate) di Silvio Berlusconi in bermuda alle Bermuda. Punti centrali: presidenzialismo, rivoluzione liberale (proprio come D’ Alema). Punti deboli: le elezioni non si fanno, e quindi lavoro a vuoto e vacanze sprecate. Tema numero 1: decidere se Forza Italia è un movimento di centro, di destra liberale, cattolico, laico-radicale, moderato. Tema numero 2: procedere all’ organizzazione del partito "leggero", come dicono i politologi, ma "pesante", come sostiene Marcello Dell’ Utri. Reclutare 200 mila – come chiamarli? – no, non agit-prop, troppo "comunista", e neanche "promoters", che fa troppo forza di vendita. Ci vuole qualcosa che abbini politica e spettacolo, modernità ed entusiasmo: va bene "votebusters"? Fantasmi Fra le polemiche sul doroteismo dei postfascisti, l’intellettuale di punta della Destra, Marcello Veneziani, ammonisce: "Non bisogna fare di ogni erba un postfascio". Qualche mese fa, prima del congresso di Alleanza nazionale a Fiuggi, Pietrangelo Buttafuoco aveva stigmatizzato: "Con Benito Mussolini, Bettino Craxi è l’unico socialista che non si può riciclare in An". Malgrado la virata di Fini, il passato passa o non passa? Ce lo dovrebbero spiegare il libro di Giorgio Bocca (Il filo nero) o quello (stendhaliano o da casinò?) di Renzo De Felice (Rosso e nero): in sostanza, non è che siano ancora neri, per caso? Guru Cercasi disperatamente guru, dopo il crollo delle ideologie ma soprattutto il tracollo degli ideologi. I politologi hanno stufato. Per chi è in crisi di astinenza, provare un succedaneo: c’ è un Nanni Moretti in arrivo (ma nel nuovo film fa solo l’attore). Se non basta, provare qualche pagina del nuovo Scalfari, che salvo editing dovrebbe intitolarsi Quel miserabile animale che noi siamo. Sottotitolo Dialogo con Voltaire, insomma una partita alla pari. Oppure il nuovo Furio Colombo, Istruzioni per uscire dal secolo. Si prega di evitare il facile calembour "non siamo capaci di uscire da Tangentopoli, forse non ci fanno rientrare nello Sme, capirai se ce la faremo a uscire dal Novecento". Se la crisi non passa, è consigliabile una telefonata ai pochi italiani che hanno una risposta per tutto. Umberto Eco va bene. Ma meglio, molto meglio Pippo Baudo. Hashish Ne faceva uso Walter Benjamin, che ci scrisse un libro apposta (Theodor Adorno disapprovava, metodo poco dialettico). Lo regala nelle piazze Marco Pannella (Buttiglione e Casini protestano). Sul tema della liberalizzazione, per non rischiare lo scioglimento del Polo, è conveniente prendere una posizione fatua: "Abbiamo fatto tanta fatica a diventare salutisti, e adesso ci vogliono far fumare di nuovo". Però sappiate che dall’ America è in arrivo un’ondata antifitness, con un film specifico (Safe) contro il politically correct del corpo perfetto. E allora, pronti alla battaglia di canne. Internet L’ unica giustificazione per fare stupidaggini come "navigare" dentro la Rete delle reti è la speranza di incappare in un’avventura di sesso virtuale: che sarebbe un ottimo antidoto contro il sesso reale, il sesso materiale, il sesso concreto sofferto per tutta l’estate (bene Casini, male Castagna, a proposito). E invece magari vi imbatterete nella subdola propaganda dei Comitati Prodi e dei Club di Forza Italia; aridatece Pupo desnudo. Lavoro Dire con sufficienza: "Berlusconi ci ha provato, con la storia del milione di posti di lavoro ma era meglio se invece del Martino parlava con il Modigliani, che gli spiegava la jobless growth". Cioè la crescita, senza occupazione. Poi però il Nord-Est cresce così forte che non trova operai. Aggiungere allora con un ghigno: "Evidentemente il modello padano funziona sia con i comunisti e i postcomunisti sia con i democristiani e i postdemocristiani". E il Sud? Le Due Italie? Il problema strutturale? L’ industrializzazione del Mezzogiorno? "Per ora concentriamoci sulla par condicio". Marco & Lira Lunga telenovela cominciata con l’uragano valutario del settembre ‘ 92. Ma oggi anche un inguaribile pessimista come il professor Franco Modigliani riconosce che per l’Italia il "rischio Messico" è scongiurato. Olé. I mercati oggi hanno voglia di scommettere sull’ Italia. I guru della finanza internazionale puntano su di noi. Ma se sale la lira sul marco, calano le esportazioni; se cresce il dollaro, aumenta il costo delle importazioni. E la borsa oscilla. Il fixing è uno zapping. A ogni puntata un incubo; non si sta in pace un momento. Meglio Beautiful, signora mia. Nomenclatura Tangentopoli generò Affittopoli, suscitando quesiti insolubili anche per Giuseppe De Rita, autore dello schema "meglio inquilini con lo sconto che ladri". E’ moralmente lecito per un sindacalista come D’ Antoni fare il bagno in una Jacuzzi? (Sottotitolo: come faranno gli operai? Nella tinozza?). D’ Alema che fa domanda all’ ente per entrare in graduatoria è come se la Juventus si iscrivesse al campionato amatori? E Veltroni che dice "Adesso m’ incazzo" è ancora un buonista? Si può fare domanda a Forza Italia per avere in affitto una villa sarda di Silvio? In definitiva: come fare tabula rasa della nomenclatura? Sarà sufficiente esporla alla gogna su tabulato? Opportunismo La falsa partenza del bipartitismo, con i ribaltoni e il resto, mette in difficoltà tutti gli opportunisti. Dove collocarsi, a destra, al centro, a sinistra, a Raiuno, due o tre? Ricordare le memorabili storie di ordinaria lottizzazione, due alla Dc, uno al Pci e uno bravo. Oppure il formidabile trucco del compagno Curzi che assunse la promettente Sattanino facendola passare per mezzo democristiana e mezzo comunista, altrimenti non c’era posto. Ma a occhio e croce forse conviene puntare sull’ "area cattolica": Ccd, Cdu, Ppi, cristiano-sociali, gruppo Segni, Rete, qualche cattocomunista sparso e i sociali e cristiani di An. Impossibile sbagliare: ‘ ndo cojo, cojo. Privatizzazioni Chiesero a Mino Martinazzoli (l’uomo che cercò di galvanizzare i dc con lo scabro slogan montaliano "Siate come gli olivi d’ inverno: paghi di resistere", con i risultati che sappiamo): lei è per lo stato o il mercato? Risposta, piuttosto buona: "Per meno mercato dentro lo stato". In ogni legge finanziaria venivano messi a bilancio 15 mila miliardi di dismissioni. Dopo tre anni fu stabilito con assoluta certezza che avevamo capitalizzato 45 mila miliardi di privatizzazioni non fatte. Ma adesso, qui lo dico e qui lo giuro, privatizziamo tutto, a cominciare da Eni e Stet. Quanto all’ Enel, bisogna vedere come va la partita, come potrebbe dire Altan, fra il sottile Amato e il capzioso Clò: spezzatino o vendita in blocco. L’ austero, silenzioso Cuccia non avrebbe esitazioni: Divide et impera. Qualunquismo Non c’ è più voglia di politica, lo dice il manifesto. Ma è possibile che a metà ottobre si lanci un’altra parola d’ ordine: il ritorno della politica. Nel frattempo si potrebbe trovare un italiano qualunquista medio che dichiari: "Di Berlusconi me ne frego, di Prodi non conosco neanche la marca della pompa della bicicletta, Fini non sarà più un fascista, ma ha ancora la faccia da prete, D’ Alema sarà pure normale, ma è troppo normale; e per i cespugli, dia retta, ci vuole un buon diserbante". Dopo di che, aprire un dibattito su Liberal: "Eternità di Giannini". Staccare il centralino se arrivano troppe telefonate che plaudono al centrocampista della Roma. Ripresa Mi raccomando, se incontrate al bar Luigi Abete e Innocenzo Cipolletta, non dite al barman allibito che vi sta servendo un bianchino: "Sa cosa ci dico io, che questa ripresa, primo, è drogata dalla svalutescion, secondo le imprese fanno profitti bestiali e non investono, l’ha detto anche quello di Nomisma, il Patrizio Bianchi. E intanto come dice il Fausto, Bertinotti s’ intende, l’economia andrà bene ma la società va male, perché l’inflazione s’ è mangiata i salari". Non sta bene. Perché magari Abete si inalbera e tirando fuori molti grafici cerca di dimostrarvi che non è affatto così. Ma non sta bene comunque, anche se di tanto in tanto siete di quelli che dicono ancora "il padronato". Moderatevi altrimenti perderete ancora le elezioni, e Prodi dirà che è colpa vostra. Sindrome cinese Memo per la presidente Pivetti. Oggetto: Conferenza di Pechino sulle donne. Caro presidente, non si poteva prevedere l’assegnazione di una wild card per Romano Prodi, vista la sua scarsa competenza in materia malgrado le "lezioni di genere" impartitegli dalla deputata progressista bolognese Giovanna Grignaffini? Tecnici Non fatevi imbrogliare, lo ha detto anche Andreotti. Il governo dei tecnici è un governo politico. Il partito di Dini sta già nascendo. Chi c’ è dentro, chi c’ è dietro? Tutti. Agnelli, Cuccia, Gemina. La Galassia del Nord. Le Banche. L’ Opus Dei. Tonache e Grembiuli. Il sistema di potere andreottiano. La tecnocrazia. Scalfari e Turani. I comunisti. Il Vaticano. De Mita. Berlusconi, che farà il passo indietro. D’ Alema, che farà un passo avanti. Buttiglione, che farà il paso doble. E chi gli è contro? Naturalmente il solito duo Bertinotti e Cossutta, e all’ altra estrema Fini, che rischia l’emarginazione. Mentre Tatarella e Fisichella, come si diceva, trallallero e trallallà. E Casini e Mastella, Forza Dini anche loro. September song: "Lambertow, do you remember Giolitti?". Uranio Jacques Chirac come il dottor Stranamore. Marina Ripa di Meana e Gianna Nannini eroine del no nuke. Memorabile Sandro Curzi su Telemontecarlo in un’epica tirata: "Signor presidente" (rivolto sfacciatamente proprio a Chirac), e giù improperi all’ amatriciana contro i colori della bandiera francese, divenuti i simboli dell’arroganza, del sangue, della morte nucleare. Geniale. Chissà come ha sofferto l’inquilino dell’Eliseo. Si sarà rivoltato nel suo letto tutta la notte pensando: "No, Curzi questa non me la doveva fare". Vanità Questo autunno sarà il trionfo dell’Ego, degli egoisti, delle élite, dell’individuo. Christopher Lasch pubblica un libro intitolato La rivolta delle élite, che chissà perché si rivoltano, forse perché infastidite nel loro benessere dai poveri, brutti, sporchi e cattivi. Se qualcuno però la mette giù troppo dura, con l’elitarismo, tipo il campione della destra americana Newt Gingrich, spiegategli che mentre Vilfredo Pareto studiava con sussiego la ferrea legge dell’oligarchia e il modo di gestire una società regolandola dall’ alto, sua moglie scappava con il cuoco. Vanitas vanitatum. Zibaldone Secondo i dizionari, oltre al significato leopardiano ha anche quello di "mescolanza di cose o persone diverse". Noi dunque lo considereremo lo strumento per perfezionare il Ribaltone. Certo, abbiamo voluto Bossi e le sue secessioni carnevalesche, si è rovesciata la volontà popolare, e abbiamo preso Dini dopo avergli bocciato in piazza la prima riforma delle pensioni. E adesso beccatevi lo Zibaldone, ammucchiata generale, governo di garanzia, tutti dentro. Sul Quirinale (sempre caro mi fu quest’ ermo colle) qualcuno starà sgranando rosari e sogghigni.

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