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QUEL SACCONI SEMBRA BATTIATO

12/10/2009
R2
LUNEDÌ

Occorre evocare suoni suggestivi, che richiamino le immagini di «furbi contrabbandieri macedoni», «gesuiti euclidei» e «la dinastia dei Ming». E poi farsi risuonare nella mente versi remoti: «La prevalenza dell’ asse transpacifico sull’ asse transatlantico espone la vecchia Europa al rattrappimento baltico della sua capacità di crescita». Guai ai dubbi: davanti a quelle parole così bellamente sdrucciole, con il rattrappimento baltico in primo piano, non possiamo sbagliarci: questo è il miglior Battiato. Sentiamolo ancora: «l’ integralità geopolitica», «l’ Italia baricentrica». Manca solo «a Beethoven e Sinatra preferisco l’ insalata», o «sul ponte sventola bandiera bianca». E invece no, non è Franco Battiato, quel Battiato che metteva in versi cantati un catalogo Adelphi narrato al popolo: è il ministro Sacconi, responsabile del Welfare, che in una recente intervista a un foglio borghese, diventato malauguratamente di sinistra, si scatena su ritmi inesorabili. C’ è l’ asse transpacifico, c’ è il rattrappimento baltico, manca una vecchia bretone con un cappello e un ombrello di carta di riso e canna di bambù. Forza ministro, un passo ancora e ci siamo: «Cerco un centro di gravità permanente…». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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