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LA POLITICA DEL NOTAIO

09/11/2009
MONDO

QUANDO spunta la politica del notaio, l’ impressione più chiara è la più semplice: Silvio Berlusconi vuole un impegno scrittoe stringente dei leader del centrodestra e della coalizione di maggioranza sulla riforma della giustizia, e lo pretende per motivi personali. Non c’ entrano ragioni sistemiche o di efficienza dell’ apparato. L’ affannoso intervento sulla giustizia è figlio della caduta del lodo Alfano davanti alla Consulta. Per questo ora il capo del governo ha bisogno di un contratto vincolante con Gianfranco Fini (che però ieri ha detto che non firmerà nulla) e Umberto Bossi, per imbullonare prescrizione, intercettazioni, separazione delle carriere e divisione del Csm: tutto questo per togliersi dai guai giudiziari, a cominciare dal caso Mills; e per risolvere definitivamente il problema, gli occorre un documento e una firma. Le indiscrezioni provenienti da destra dicono infatti che se entro la data del vertice con Fini e Bossi, indicato per mercoledì, non ci saranno le sigle necessarie in calce all’ atto notarile, Berlusconi proclamerà la fine della maggioranza, chiedendo il conseguente scioglimento delle Camere, nuove elezioni e guerra finale sul tema della giustizia. Ancora prima che inquietante, la prospettiva è ideologicamente contraddittoria. Il Cavaliere infatti oscilla fra un’ idea iperpopulista, in cui il voto degli elettori, il cosiddetto "mandato popolare", è l’ unico strumento giocato in politica, in una sorta di unione mistica fra il leader e l’ elettorato, strumentalmente mediata volta per volta dai diversi punti del programma. Sotto un altro aspetto invece il capo della destraè indissolubilmente legato a una concezione contrattualee mercantile, dove gli accordi passano sulle scrivanie, finiscono nei cassetti e all’ occorrenza possono essere recuperati per denunciare la malafede di chi li ha sottoscritti. Già a suo tempo il Contratto con gli italiani, sottoscritto nel salotto di Bruno Vespa, rappresentava una trovata propagandistica, mutuata alla meno peggio da analoghe esperienze neoconservatrici americane. Tuttavia oggi la politica del notaio contiene implicazioni nuove e pesanti. In primo luogo presenta seri rischi di attriti al vertice dello Stato, perché nessun atto notarile può spazzare via dal tessuto costituzionale la trama che per condurre allo scioglimento del Parlamento coinvolge il ruolo del Quirinale e dei presidenti delle Camere. Ma se gli aspetti in apparenza formali non preoccupano Berlusconi, a cui interessa soltanto la sostanza, e cioè l’ obiettivo personale che vuole conseguire, esistono amplissime considerazioni da sviluppare sulla concezione della politica che ha il premier. A questo punto infatti tutti i discorsi sui programmi politici diventano inevitabilmente chiacchiere. La stessa strategia di coalizione, attraverso la politica del notaio, si rivela un disegno non fra alleati ma fra "soci". La trasparenza di un progetto elettorale, la mediazione fra ispirazioni culturali, e gli stessi fisiologici compromessi frutti del negoziato politico empirico, si trasformano in una transazione del tutto opaca. Transazione anche stravagante, visto che la destra gode di una maggioranza numericamente inscalfibile. Eppure così è: sottoscrivendo documenti davanti al notaio, con le carte bollate e i registri, la politica del nostro paese diventa una piramide burocratica al cui vertice c’ è il socio primario Silvio Berlusconi, e sotto di lui i soci di minoranza Fini e Bossi. Lo sgarro democratico di una concezione simile, che per certi versi sfiora il ricatto, è indubbio. Sembra profilarsi perfino un esproprio collettivo, ai danni dei cittadini, dell’ opposizione parlamentare, degli stessi meccanismi istituzionali e politici. Ma forse è un espediente soprattutto mediocre, esito di una sfiducia verso i membri della propria consorteria e di un’ angoscia per il proprio destino personale. Con il risultato già prevedibile che la politica del notaio, trasformati gli alleati in soci, potrebbe alla fine ridurli, con una semplice firma, a complici. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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