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IL PAPA, REAGAN E GORBACIOV I RICORDI DI NAVARRO-VALLS

27/10/2009
CULTURA
Il libro dell' ex direttore della sala stampa vaticana: da Wojtyla alle riflessioni sulla bioetica

Joaquín Navarro-Valls è stato per più di vent’ anni il direttore della sala stampa del Vaticano e uno dei principali collaboratori di Karol Wojtyla. Ciò gli ha consentito di essere un osservatore privilegiato; e oggi l’ osservatore diviene anche testimone, perché esce in queste ore un volume a sua firma (A passo d’ uomo. Ricordi, incontri e riflessioni tra storia e attualità, Mondadori, pagg. 256, euro 18,50), che offre preziose tracce di una storia vissuta in prima persona. Il libro raccoglie gli articoli pubblicati negli ultimi anni su Repubblica, insieme ad altri inediti, ed è sostanzialmente diviso in due blocchi: una prima parte, "Incontri", che descrive in modo suggestivo l’ esperienza vissuta in modo diretto durante gli anni del suo incarico a fianco del papa polacco, e il resto del volume, dedicato invece quasi integralmente a riflessioni morali, suggerite dall’ attualità sociale e politica, evocate dai temi eticamente più brucianti della nostra epoca. Si può dire quindi che questo libro offre due volti di Navarro-Valls: da un lato il cronista (un cronista tutt’ altro che alieno dalla filosofia, per la verità) e dall’ altro il saggista che si lascia volentieri sfidare dai maggiori problemi etici della nostra contemporaneità. Nella prefazione del volume, l’ autore segnala che se c’ è una cifra riconoscibile in tutto il libro è un’ attenzione speciale alla dimensione antropologica. Al centro di ogni incontro o di ogni approfondimento c’ è infatti la persona: edè per questo chei ritratti della prima parte del libro appaiono particolarmente suggestivi. Navarro-Valls restituisce la concezione, che fu di papa Wojtyla, secondo cui esiste un’ Europa che si stende «dall’ Atlantico agli Urali»e che ha sofferto sanguinosamente la divisione post-Jalta. La riunificazione del continente non ha soltanto un significato storico e politico, ma anche uno spessore che deve definirsi "umano": l’ Europa che vede cadere la cortina di ferro è un’ Europa cristiana, l’ Europa delle cattedrali, in cui è possibile riproporre il discorso cattolico, cioè universale, del bene comune, rivolto indistintamente a tutti gli uomini. È questa concezione di fondo che consente a Navarro-Valls di unificare i capitoli principali di questa parte del volume, in modo da analizzare i protagonisti del suo racconto attraverso una specifica chiave di lettura. Gorbaciove Reagan diventano sotto questa luce due emblemi di un’ epoca e due simboli collocati dentro una concezione generale. Nell’ interpretare il profilo di due figure così diversamente eminenti nella nostra storia recente, Navarro-Valls fa emergere anche quella che si potrebbe definire la filosofia politica di Giovanni Paolo II, cioè il suo modo di interpretare la storia non tanto come conflitto possibile ma come l’ orizzonte di una potenziale pacificazione. In questo modo, che si tratti della Cuba di Fidel Castro, o della Terra Santa visitata da Wojtyla e da Ratzinger, traspare sempre la volontà non di giustificare, bensì di interpretare e capire, senza parzialità e senza indulgenze anche se con una partecipazione integrale. In modo analogo vengono rappresentate alcune figure del cattolicesimo contemporaneo, a cominciare da Josemaría Escrivá de Balaguer, il fondatore dell’ Opus Dei (l’ organizzazione a cui Navarro-Valls appartiene), identificato nel suo "buon umore", che man mano si rivela come la fiducia cristiana di poter agire positivamente nel mondo. Ma sono a loro modo rivelatori anche i resoconti dei due incontri di Giovanni Paolo II con suor Lucia, la depositaria del terzo segreto di Fatima, e con Madre Teresa di Calcutta, il cui sorriso viene individuato come l’ unicità di un accostamento senza mediazioni al dolore del mondo. Sono due esempi diversi di fede, uno legato indissolubilmente al mistero, l’ altro all’ esteriorità scandalosa del dolore e dell’ amore. Il resto del libro è dedicato ai principali temi filosofici ed etici sollevati dalla cronaca: la bioetica, i temi "non negoziabili", secondo la Chiesa, della vita e della morte; e poi il lavoro, la crisi del capitalismo, la laicità, il rapporto con il mondo animale, il problema ambientale, la posizione dell’ uomo nella modernità e nei suoi riti effimeri. Ciò che caratterizza la riflessione di Navarro-Valls è una continua tensione fra la tradizione cattolica e gli strappi aspri della modernità. Colpisce, per esempio, il continuo dialogo con filosofi del passato, non soltanto del Novecento, nella ricerca di un filo che possa unire la sapienza antica con una saggezza utile alla modernità. Nel libro ci sono anche diverse pagine che descrivono il successore di Giovanni Paolo II, Joseph Ratzinger, sia nei suoi aspetti ufficiali sia in quelli più privati. E per certi aspetti spiace che ci sia un certo squilibrio fra il NavarroValls testimone e il saggista. Perché il commentatore dei problemi filosofici, che si appoggia a Carl Schmitt come a Sant’ Agostino e al monaco Pier Damiani, è sicuramente interessante e offre un contributo prezioso per capire le posizioni della Chiesa; ma il Navarro-Valls "giornalista", testimone del suo tempo, osservatore delle rivoluzioni di fine Novecento, viste con gli occhi di un grande papa, deve ancora dare molto. E quindi converrà forse aspettare un nuovo libro, un nuovo autentico e meditato reportage che faccia infine i conti tra la filosofia cristiana e la storia, tra il pensiero cattolico e gli avvenimenti talvolta apparentemente indecifrabili che hanno costellato l’ arco storico degli ultimi decenni.

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