Nell’ impossibilità di mandarci il povero Morgan, Pier Luigi Bersani ha deciso di andarci lui, a Sanremo. Gli intellettuali della fondazione finiana FareFuturo si sono subito emozionati, e hanno mandato una provocatoria offerta di scambio: voi vi tenete le canzonette, quelle di "cuore e amore", mentre noi ci prendiamo i cantautori, vale a dire tutta la filiera intellettuale da De Gregori a Guccini. Non si capisce bene, per la verità, come si possano «prendere» i cantautori. Li si fa prigionieri? Li si mette in catene e li si costringe a cantare su moduli blues il nuovo inno del Pdl, quello intitolato Meno male che Silvio c’ è? Perché poi, questi cantautori, saranno pure liberi individui anche loro, e quindi più o meno capaci di scegliere da soli la parte politica che vogliono. Ma forse si tratta del solito gioco mediatico. Si lancia una proposta, per assurda o illogica che sia, per vedere di nascosto l’ effetto che fa. Quindi la scelta di Bersani di andare nella platea del Teatro Ariston è coerente. Vediamo che effetto fa ai finiani. Quanto a Bersani, faccia un elenco aggiornato dei cantautori di ogni ordine e grado: quelli loffi, li diamo alla destra volentieri.
13/02/2010
R2 CULT
SABATO