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Editoriali contro

11/03/2010
ATTUALITA'

Alla fine anche il terzismo si prende la sua vendetta. Editoriale di Galli della Loggia, che dice come e perché il partito di plastica si stia squagliando, e il Pdl sia pieno di gente d’ogni risma e di nessuna qualità. Il riferimento è al listino tiratardi della Polverini e ai pasticci combinati con i 514 nomi più o meno tarocchi di Formigoni, ma il significato è tutto giornalistico. Il direttore Ferruccio de Bortoli ha cercato di tenere per mesi una posizione superprofessionale, basata sul seguente postulato: "Noi diamo le notizie". Se c’è la notizia, bene, se non c’è, silenzio. Ma non poteva funzionare. Oltre le notizie ci sono i commenti, le idee, le opinioni. E allora tutto si può chiedere al professor Ernesto tranne che di tenersi in pancia il mal di pancia. Se a suo giudizio il Pdl non è in grado di dare corpo a una destra moderna, Galli della Loggia può stare zitto per settimane, ma alla fine sbotta, e de Bortoli va in crisi. L’editoriale incriminato va e viene, compare e scompare, viene rinviato, apparirà. Giochi di prestigio. Ma alla lunga il terzismo non poteva reggere. Quella posizione così elegante e neutra per cui si dava un colpo al cerchio e due colpi alla botte poteva durare per qualche tempo, ma alla lunga, se c’è un po’ di sangue nelle vene, e Galli della Loggia sanguigno è, doveva lasciare il campo al giudizio. Giudizio personale, naturalmente, che però impegna il "Corriere della Sera" in modo politicamente preoccupante. Già in passato, con l’endorsement di Paolo Mieli a Romano Prodi, ci fu un’emorragia di copie "moderate". Figurarsi oggi, allorché la partita politica sembra tutta giocarsi sul piano mediatico, con i talkshow chiusi per ferie e le minzolinate per cui tutto va bene madama la marchesa. Ragion per cui anche sul "Corriere" riaffiora l’importanza di chiamarsi Ernesto. Il principale editorialista del giornale (perché Giovanni Sartori si è defilato, e Sergio Romano fa il terzista in modo troppo programmatico) se ne esce con un commento dinamitardo? Troncare, sopire: il vecchio comandamento manzoniano è ancora di attualità. Ma alla fine, per forza dell’inconscio giornalistico, di un subcosciente incontrollabile, verrà sempre fuori. Se la plastica si squaglia, sono comunque dolori.

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