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E’ MEGLIO PER TUTTI QUESTO KO

05.07.1998
SPORT
CARO MONDIALE

L’eliminazione è un bene per tutti, creda. Maldini è riuscito nel capolavoro involontario di ottenere contemporaneamente il minimo e il massimo. Se avesse ottenuto qualcosa di più, cioè la semifinale, o addirittura la finalissima, c’è da rabbrividire al pensiero di come avrebbe potuto inorgoglire. E c’è naturalmente da rabbrividire al pensiero delle ulteriori sofferenze che gli azzurri ci avrebbero inflitto. Così, invece, potremo sottoporre Cesarone a impeachment, processarlo, e alla fine condannarlo severamente (intanto si potrebbe rasarlo a zero, per punizione estetica e popolare). Tutto questo in modo da dimenticare la drammatica impotenza mostrata dalla nazionale contro i francesi, che non era troppo diversa dall’impotenza esibita nelle qualificazioni e negli ottavi. E che non era molto differente dall’impotenza dimostrata quattro anni fa contro nella finale contro il Brasile, la più brutta partita del secolo. Cambiano i cittì e i moduli, ma il comportamento della squadra cambia poco. Ogni giocata sembra affidarsi a un miracolo, e non sempre i miracoli avvengono, anche se diversi azzurri sono credenti devotissimi e Cesare non di rado invoca l’intervento divino, magari in termini inurbani. Maldini ha giocato il calcio più vecchio dell’universo perché non sapeva fare altro. Ha impersonato l’antidoto filosofico a Sacchi e ai suoi teoremi. Adesso dovremo trovare una mediazione fra il calcio platonico delle idee e il realismo arcaico. Buona fortuna al prossimo.

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