gli articoli La Repubblica/

La Famiglia Reale del sovrano di Arcore

6/10/2008
LETTERE, COMMENTI & IDEE
I protagonisti

Chissà, forse il Quirinale non è necessario, per Silvio Berlusconi. Non è necessaria l’ elezione democratica al ruolo costituzionale di primo cittadino e garante della Costituzione. Il popolo italiano può già ammirarlo come sovrano assoluto, re d’ Italia, monarca onnipotente, benevolo e spesso informale, circondato dalla sua famiglia, su sfondi lacustri o marittimi, in cui campeggiano ville regali, sentieri romantici, piante, arbusti e cactus così selezionati da fare invidia all’ ecologismo nobiliare del principe Carlo. Non sono state necessarie rivoluzioni costituzionali, ma soltanto mediatiche. è bastata una sola decisione sovrana: tutto il potere ai rotocalchi. Il processo è stato informale, anonimo, prodotto in larghissima misura dalla megamacchina dell’ informazione proliferante nel web; si comincia magari con uno scatto che raffigura la famiglia Berlusconi che in elicottero raggiunge la villa sul Lago Maggiore per il settantaduesimo compleanno di Re Silvio: dopo di che i siti e i blog rilanciano le immagini dei settimanali, le perpetuano, le cristallizzano per sempre nella memoria tecnologica. Mentre nella memoria collettiva si consolida a sua volta il disegno percepito di un Buckingham Palace nostrano, di residenze insulari o lombarde, di ville e villoni accuditi da plotoni di addetti invisibili: il re è ubiquo, può apparire a sorpresa in ogni luogo, ma la famiglia si sposta come nelle transumanze delle corti, fra guardie del corpo e piloti. E la psicologia collettiva fotografa esistenze private che all’ improvviso squarciano il velo che divide il privato dal pubblico. Ogni immagine "rubata" dal settimanale di famiglia Chi, o meglio "ottriata", come le libertà concesse dall’ alto dai sovrani ottocenteschi, testimonia così un evento a suo modo mitico. L’ aura regale soffonde gli scatti fotografici con un’ aura irripetibile, come se ogni istantanea si inserisse con precisione nel ramo di un albero genealogico, oltre che di un organigramma d’ impresa. Sono banali e speciali effetti dell’ impero della comunicazione, naturalmente. Ma intanto la Real Famiglia Berlusconi è diventata un elemento tangibile nella struttura del potere in Italia, e ancor meglio nella sfera di quel potere più sofisticato che è costituito dalle immagini, dalle suggestioni, dai cammei interpretati dalle singole figure famigliari. Sicché la famiglia reale di Berlusconi comincia davvero ad assomigliare alla Famiglia Reale, con complicazioni che piacerebbero dannatamente ai sudditi britannici, fan sfegatati di tutte le faccende di soldi, magioni, cacce, liti, sesso e divorzi che aleggiano intorno alla corona. D’ altronde, la vicenda domestica di Re Silvio non ha conosciuto fortunatamente le dimensione della tragedia che ha funestato il regno finale di Elisabetta II, ossia non ha in casa una "santa meretrice" come Diana Spencer, assurta post mortem, sulle note di Elton John, al rango di divinità di una vaga e irresistibile religione new age. Tuttavia l’ albero genealogico berlusconiano conosce salti, deviazioni, e perfino nascondimenti dettati dalla Realpolitik. Divorzi, unioni temporanee, quelle che una volta si sarebbero definite "affettuose amicizie" movimentano infatti il quadro, offrendo ai settimanali di gossip una quantità incessante di opportunità curiose (e di opportuni silenzi, come a proposito della riservatissima prima moglie Carla Dall’ Oglio). Da parte sua, è il re in persona a sollecitare e a evocare il pettegolezzo, preferibilmente piccante, giustificando così l’ immagine di una corte di favorite, fino a provocare l’ indignazione della Reale Consorte. Intanto, rami minori della Casa praticano affari meno visibili: una sorella non ricca, tenutaria di un salon di danza, appare di tanto in tanto a fianco del re, mostrando una verecondia devota; il fratello più giovane e meno stilizzato, di cui si riscontrano sui rotocalchi amori appariscenti, amministra giornali e imprese sussidiarie. Talvolta si crea un vistoso effetto di sostituzione. Allorché le sostanze del re entrano in attrito con la sua dignità pubblica, interviene il Cancelliere dello scacchiere, cioè Fedele Confalonieri, che sembra emergere dalla penombra della Fininvest, sull’ onda dei suoi esercizi pianistici, quasi a esercitare un ruolo di tutela ancora più forte e persuasivo di quella dei ministri ufficiali del Regno d’ Italia, ex Repubblica italiana. In modo simile, un funzionario di dignità inferiore, Adriano Galliani, assume il ruolo vicario di primo tifoso della fantastica squadra rossonera, fatta di campioni del vecchio e del nuovo mondo, tanto da poter dire che sui terreni di gioco del re non tramonta mai il pallone. Allora risulta naturale che mentre il monarca regna e governa, perché nelle prime prove regali non c’ è ancora la distinzione moderna fra i poteri, i rami della Real Famiglia Berlusconi comincino a disputarsi titoli e possedimenti. Le pagine sulla stampa con le interviste alle figlie Marina e Barbara, con i discorsi sull’ etica e sulla carriera, forse prefigurano già una competizione subliminale, un conflitto nel riparto degli interessi, che con gli anni investirà il feudo della Mondadori, e forse la residenza elitaria di Mediobanca, mentre Mediaset è già serenamente nel possesso del principe, il primogenito Piersilvio. Non è impressionante, anche sotto il profilo della teoria politica, un processo che porta un piccolo borghese lombardo, l’ uomo venuto «dalla trincea del lavoro», a farsi re, sbloccando le mediazioni istituzionali con il cortocircuito dei media? è un trionfo della democrazia che si rovescia in autocrazia: «Imporrò la mia agenda alle Camere», afferma ormai l’ uomo del popolo divenuto re taumaturgo («Tocca questa mano, ha fatto il grano», disse a un aficionado di Forza Italia), mentre intorno a lui si sente appena serpeggiare, ma niente di più, il malumore istituzionale dei politici anche alleati, ancora legati a vizi repubblicani. Dopo il diritto divino, i sacri lombi e le leggi della monarchia costituzionale, si è manifestato fino in fondo il senso della monarchia per diritto mediatico. Mentre a un potere immaginario e assoluto manca ancora ciò che attesta l’ assolutismo, e cioè il diritto alla fronda, il cittadino Berlusconi si smaterializza e le sue cellule si ricompongono nella patina del rotocalco. Un prodigio si è compiuto: onorate sua altezza reale, la sua famiglia, i suoi eredi. Una pagina dopo l’ altra, onorate, o italiani, il nuovissimo potere sovrano.

Facebook Twitter Google Email Email