Sarà che hanno sbagliato il casting. Sarà che non c’è nessuna donna che possa figurare come oggetto del desiderio, una Mascia o una Marina, una gatta grassa o una gatta morta. Sarà che l’unico essere interessante dovrebbe essere quel tale Jonathan che sembra avere il fisico di un serpente o di Iggy Pop, l’Iguana (però ibridato con la faccia di Adriano Celentano). Sarà e sarà, ma sarà anche il fatto che perfino il Padrone, il magnate arcoriano provvisoriamente insediato a Palazzo Chigi, avrebbe detto ai suoi intimi di governo: «Ma che stronzate stanno a di’, questi, tutto il giorno». Insomma, le ragioni saranno tante, ma l’unica realtà comprensibile è che il "Grande Fratello", quest’anno, fa pena. Gli ascolti calano, gli share languono, l’audience latita. Al punto che l’imprevedibile è accaduto davvero: la moda è cambiata, il trend si è azzoppato, il glam è altrove, e nessuno fra gli intellettuali confessa più lubricamente di essere un fan del "GF". Un’occhiatina all’"Isola dei Famosi" è ancora consentita; ma non appena il tasto del telecomando cade sul "Grande Fratello", si urla: «Cambia, cambia». Difficile spiegare le ragioni del flop. I protagonisti sono brutti come italiani normali, parlano con un forte, insopportabile accento regionale, hanno una concezione della vita da giornale di gossip, sono capaci di ingurgitare 44 lattine di birra e dopo darsi a un petting schifosino. Sostanza: sono italiani medi o medio-bassi come tutti noi che guardiamo la svaccata televisione pubblica o privata. E allora perché non scatta l’identificazione? Perché il pubblico non si immedesima? Eh, perché? Sarà che hanno sbagliato il casting eccetera. Ma l’unica spiegazione veramente suggestiva è che sia proprio cambiato il mood. Il "Grande Fratello" era il programma perfetto per accompagnare l’ascesa di Silvio Berlusconi e del berlusconismo, con la benedizione della Prestigiacomo e della Santanchè. Quando il "GF" tramonta, vuol dire semplicemente che tramonta anche il regime, il centrodestra, il berlusconismo suddetto. Anzi, si può pensare a un crossover fantastico, immaginando di abrogare con referendum il "Grande Fratello" e il governo, e di spedire gli esponenti più significativi del centrodestra nell’"Isola dei Famosi". Così si risolve il problema del rimpasto di Rocco, delle aliquote di Gianfranco (nel senso di Fini), e della proporzionale di Silvio. Addio, cari, alla prossima edizione.
11.11.2004